Il riscaldamento globale potrebbe mettere l’umanità a rischio

Il riscaldamento globale potrebbe mettere l’umanità a rischio

Secondo una bozza di documento su cui stanno lavorando un gruppo intergovernativo di scienziati delle Nazioni Unite, la vita sulla Terra come la conosciamo potrebbe subire forti cambiamenti entro breve. Infatti, l’umanità di oggi potrebbe essere drasticamente trasformata dal cambiamento climatico già quando i bambini nati nel 2021 avranno 30 anni.

Cosa si sta studiando

Sotto il vaglio degli esperti i fenomeni più rilevanti come: carenza d’acqua, malattie più diffuse, calore insopportabile, raccolti scarsi e di bassissima qualità, fame e malnutrizione, esodi dalle città inondate e dai campi aridi, estinzione delle specie. In questo contesto, occorre ricordare che se “la vita sulla Terra può evolversi in nuove specie, l’umanità non può fare altrettanto”. Le conseguenze derivanti da “decenni di inquinamento sfrenato da carbonio” sono inevitabili a breve termine.

Il documento ufficiale che racconta quello di cui parliamo, sarà diffuso a febbraio 2022, dopo l’approvazione dei governi dei 195 Paesi dell’Onu. A questi paesi viene sottoposto quanto rilevati in itinere, per un esame e una revisione e per orientare le decisioni politiche. Troppo tardi, secondo alcuni scienziati, che ricordano altre occasioni più vicine come i vertici delle Nazioni Unite di quest’anno su clima, biodiversità e sistemi alimentari.

La bozza del documento, secondo quanto riportato da agenzia di stampa francese, avverte che “il peggio deve ancora arrivare” e colpirà “la vita dei nostri figli e dei nostri nipoti più delle nostre”. L’aumento del riscaldamento globale oltre la soglia di 1,5-2 gradi centigradi (rispetto al periodo preindustriale) fissata dall’accordo di Parigi sul clima ormai nel 2015 avrebbe “impatti irreversibili sui sistemi umani ed ecologici”.

I rischi

Qualunque sia il tasso di riduzione delle emissioni di gas serra, avvertono gli esperti, gli impatti devastanti del global warming sulla natura e sull’umanità che da esso dipende accelereranno e diventeranno “dolorosamente palpabili ben prima del 2050”. I danni economici provocati dai disastri ambientali sono enormi.     

Gli scienziati ancora una volta sollecitano il contributo di ciascun individuo, comunità, imprese, istituzioni e governi lanciando l’appello a “ridefinire il nostro modo di vivere e di consumare”. Il ripetersi di eventi estremi sono costati all’agricoltura italiana tra siccità e alluvioni oltre 14 miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne, afferma Coldiretti. Ha inoltre rilevato che “l’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli”. 


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