Obiettivi di sviluppo sostenibile e pandemia

Obiettivi di sviluppo sostenibile e pandemia

Per alcuni studiosi, vanno rivisti per renderli realisticamente raggiungibili.

Secondo studiosi e prestigiose riviste scientifiche, la pandemia ha rallentato gli sforzi fatti per cercare di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (c.d. SDGs). 

Cosa succede nelle sedi preposte alle valutazioni

Anche le Nazioni Unite hanno confermato questo sospetto non gradito: la pandemia da coronavirus ha reso più irraggiungibili gli obiettivi prefissati. Molti degli obiettivi per porre fine alla povertàproteggere l’ambiente e supportare il benessere entro il 2030, sembrano molto lontani.

Al momento, i progressi fatti sono stati frenati lungo la loro strada. In queste settimane, i rappresentanti dei governi si stanno riunendo virtualmente con le Nazioni Unite per decidere come meglio raggiungere gli obiettivi. Ricercatori sia dentro che fuori dall’ONU si stanno interrogando sull’adeguatezza degli obiettivi nell’era post-pandemia. L’ambizione di raggiungere gli obiettivi è più importante che mai, tuttavia è necessario lavorare per ottenerli nel miglior modo possibile, magari modificando l’approccio. 

A che punto siamo

Dei 17 obiettivi, soltanto 2 erano vicini al raggiungimento: eliminare le morti prevedibili tra i neonati e i bambini sotto i 5 anni, e far frequentare le scuole primarie ai bambini. Ma gli effetti del COVID-19 hanno portato indietro le lancette dell’orologio. Il Rapporto 2020 dell’ONU ci indica che i programmi di vaccinazione sono in fase di stallo in 70 paesi e che la chiusura delle scuole ha tenuto il 90% degli studenti – circa 1,57 miliardi di ragazzi – fuori dalla scuola. 

L’aumento di abusi domestici, causati dalle varie misure di lockdown, ha rallentato i progressi dell’obiettivo per l’uguaglianza di genere e per il rafforzamento del ruolo delle donne. Molte donne, ad esempio, non hanno potuto avere accesso ai servizi ginecologici sanitari, potenzialmente creando fino a 2,7 milioni di aborti insicuri, secondo Clare Wenham della London School of Economics.  Al tempo stesso, almeno 270 milioni di persone stanno soffrendo di fame e il World Food Programme sta preparando la più vasta operazione di risposte della storia. 

Possiamo dire che gli obiettivi per eliminare la povertà, la fame e la diseguaglianza, nonché quelli per promuovere la salute, il benessere e la crescita economica stanno andando verso l’estinzione. In molti casi, i Paesi non saranno neppure in grado di registrare ciò che sta avvenendo. Secondo gli uffici statistici dell’ONU e della Banca Mondiale, il 96% di questo tipo d’ufficio ha parzialmente o totalmente smesso di raccogliere dati direttamente. 

Cosa occorre fare?

Anche prima della pandemia, giravano molte idee su come rendere più raggiungibili gli obiettivi. Sono state portate avanti diverse proposte di modifica che riguardano l’approccio e la ridistribuzione. In ogni caso, i Paesi dovranno raggiungere gli attuali obiettivi di sviluppo sostenibile poiché sono quelli che potranno garantire un futuro per il Pianeta. Occorre ricordare che quando furono decisi gli obiettivi nel 2015, il quadro era quello di una crescita economica continua e di cooperazione internazionale positiva che portarono all’Accordo di Parigi. Attualmente, con una crescita mondiale di contagi da coronavirus e la conseguente decrescita economica, oltre a molti disagi sociali, i Paesi stanno cooperando molto meno.

Uno sguardo tutti insieme verso il futuro

Cercare di ricalibrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile nell’attuale clima non sarà facile. Tuttavia, occorre che i paesi e i loro vertici politici tutti insieme facciano un passo l’uno verso l’altro. Non è pensabile poter raggiungere obiettivi di sostenibilità divisi, così come non sarà possibile superare la pandemia senza un ripensamento delle modalità di relazioni e assistenza tra paesi. Proprio perché la pandemia sta alterando radicalmente le realtà economiche e sociali, è necessario che azioni radicali vengano prese per affrontare la povertà, la diseguaglianza, la salute, l’istruzione, la biodiversità e il clima.

Diciamo che ora è il momento di agire.