Come sta cambiando il clima del pianeta

Come sta cambiando il clima del pianeta

Come un’orchestra in cui ogni musicista ha un ruolo preciso con il suo strumento, una partitura da seguire, un compito da svolgere che porta all’esecuzione perfetta della sinfonia. Così anche il sistema climatico della Terra è frutto di un “lavoro di squadra”. 

C’è l’atmosfera (l’aria), insieme all’idrosfera (l’acqua), la criosfera (i ghiacci e i ghiacciai), la litosfera (il suolo) e la biosfera (gli esseri viventi): l’interazione di queste diverse componenti contribuisce a determinare il clima e a mantenerlo in equilibrio.

Il clima va di pari passo con la storia della vita sulla terra e ha contribuito a forgiarla così come la vediamo oggi, nel corso di milioni di anni. Oggi però tutto sta cambiando molto repentinamente e assistiamo a un mutamento che non ha eguali nella storia geologica del pianeta. La scienza ci dice che la causa è da attribuirsi, inequivocabilmente, alle attività umane, in particolare ad un uso eccessivo di combustibili fossili (carbone, petrolio e gas). 

Secondo l’Istituto Goddard della NASA, la temperatura media della terra dal 1880 ad oggi è aumentata di 1,2 gradi (GISTEMP Team, 2021) e  senza un’inversione di tendenza, nel 2100 potrebbe subire un incremento compreso tra 3,5 e oltre gli 8 gradi, con conseguenze difficilmente prevedibili per l’uomo e per gli altri esseri viventi. 

Lo scenario più pessimista per l’Italia prevede un incremento della temperatura media fino a 5 gradi, con pesanti ripercussioni su tutti gli ambienti naturali, soprattutto l’agricoltura, che perderà in produttività, almeno per le colture primaverili-estive. L’impatto economico è stimato intorno allo 0,5% del PIL pro capite, mentre a fine secolo il valore potrebbe toccare il 7-8%. 

A rischio molte specie animali e vegetali

L’aumento incontrollato della temperatura determina, per molte specie animali e vegetali un maggior rischio di estinzione. L’ultimo Living Planet Report del 2020 (WWF, 2020) stima che circa un quinto delle specie selvatiche rischiano l’estinzione a causa del solo cambiamento climatico. Gli ecosistemi, dal canto loro, possono subire alterazioni significative nei loro delicati meccanismi di funzionamento. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature nel 2005 ha messo in evidenza come, a causa dell’eccezionale rialzo delle temperature dei mesi di luglio e agosto del 2003 (in media più di 6°C rispetto ai valori medi del periodo), i boschi e le foreste europee hanno funzionato come sorgenti di anidride carbonica, anziché assorbirla, emettendo complessivamente circa 1.850 miliardi di tonnellate di CO2. 

Oggi i principali fattori di perdita di biodiversità sono causati dall’uomo, come il sovrasfruttamento delle risorse e la distruzione degli habitat naturali della fauna selvatica. Ma la crisi climatica amplifica in maniera esponenziale la distruzione di biodiversità in corso. 

Ripristinare il circolo virtuoso della natura

Viceversa, ecosistemi terrestri e marini in salute svolgono un ruolo importante nella regolazione del clima. Grazie ad essi, circa la metà delle emissioni di carbonio imputabili all’uomo sono assorbite. Salvaguardare la biodiversità della flora e della fauna e il mantenimento degli ecosistemi in equilibrio ci aiutano ad adeguarci ai cambiamenti climatici e a mitigarli. 

L’impegno dell’umanità nella lotta ai cambiamenti climatici, dovrà necessariamente passare attraverso un taglio netto e drastico (fino ad arrivare a zero prima della metà del secolo) delle emissioni di carbonio e di altri gas serra. 


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