COP26: dalle aree protette una soluzione per i cambiamenti climatici e la crisi di biodiversità

COP26: dalle aree protette una soluzione per i cambiamenti climatici e la crisi di biodiversità

Stiamo assistendo, a livello globale, a una crisi che colpisce la natura e il nostro clima. Sappiamo perfettamente anche perché questo sta accadendo: l’utilizzo di carburanti fossili e le loro emissioni stanno distruggendo la natura e mettendo a rischio la tenuta dell’equilibrio di tutti gli ecosistemi. Se a questo aggiungiamo gli effetti della continua deforestazione, dell’agricoltura intensiva, dell’industria estrattiva, delle infrastrutture e dell’impatto sulla natura di modelli economici insostenibili, il quadro è completo.

Ma ci sono buone notizie

Sappiamo di possedere gli strumenti per curare il nostro clima. Sappiamo, ad esempio, che riducendo la produzione di carburanti fossili possiamo proteggere la natura e immaginare un futuro diverso per il pianeta. Proteggendo, conservando, gestendo meglio le risorse naturali, come l’acqua, possiamo ridurre gli effetti devastanti dell’aumento della temperatura del Pianeta.

Le aree naturali protette sono la chiave per la mitigazione del clima. Se ben gestite e conservate, possono fungere da “propulsore” per il supporto a tutte quelle situazioni di emergenza sanitaria ed economica che affliggono le comunità globali e locali.

Per garantire un futuro alle prossime generazioni, abbiamo bisogno di trasformare la nostra economia e creare un sistema economico “nature friendly”.

Possiamo vivere su questo Pianeta, rispettando la vita umana e le tutte le specie animali. Abbiamo ancora uno spiraglio per agire e assicurare la stabilizzazione del clima e un futuro più ecologico. C’è bisogno del contributo di tutti, di una partecipazione attiva dei cittadini a partire dal miglioramento della propria impronta ecologica quotidiana, ma anche dal supporto alle organizzazioni che si impegnano ogni giorno nella battaglia contro i cambiamenti climatici.

Ma non c’è tempo da perdere, bisogna agire adesso. Come ci spiega il video dell‘IUCN WPCA, la commissione sulle aree protette del mondo.


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