In Italia sono 8 le stazioni di rilevazione nella rete mondiale Global Atmosphere Watch

In Italia sono 8 le stazioni di rilevazione nella rete mondiale Global Atmosphere Watch

Raccogliere dati atmosferici ad alta quota per monitorare il cambiamento climatico per tutta l’area del Mediterraneo centrale, dal Mar Tirreno al Nord Africa.

L’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) ha conferito all’Osservatorio ENEA delle Madonie (Palermo) – si legge in un comunicato di Enea – il riconoscimento ufficiale di stazione regionale. Ciò nell’ambito del programma Global Atmosphere Watch, la rete mondiale per lo studio del cambiamento climatico che coinvolge circa 80 Paesi. Salgono così a 8 le stazioni italiane che fanno parte della rete GAW.

L’Organizzazione Mondiale della Meteorologia è nata nel 1950 per volere delle Nazioni Unite.

“E’ un riconoscimento molto importante che conferma l’eccellenza italiana nella ricerca applicata alla protezione dell’ambiente. Inoltre l’ENEA rafforza la sua partecipazione alla rete mondiale: l’Osservatorio delle Madonie, infatti, si aggiunge all’Osservatorio di Lampedusa, attivo dal 1992”, sottolinea Francesco Monteleone ricercatore Enea presso il Laboratorio di Osservazioni e misure per l’ambiente e il clima.

“L’alta quota, la posizione geografica, l’assenza di contaminazioni locali e l’accuratezza delle misure rendono la stazione “Piano Battaglia”, un punto di eccellenza per il monitoraggio e lo studio dei complessi meccanismi del cambiamento climatico, in linea con i principi delle Nazioni Unite per la promozione del ruolo delle montagne come ‘sentinelle’”, aggiunge il prof. Alcide di Sarra ricercatore Enea presso il Laboratorio di Osservazioni e misure per l’ambiente e il clima.

La posizione e le altre Stazioni

La Stazione ENEA si trova a circa 1.700 metri di quota, in località Piano Battaglia del comune di Petralia Sottana (Palermo), sul versante meridionale del Pizzo Carbonara (1.979 metri di altitudine), all’interno del Parco Regionale delle Madonie – dal 2015 Geoparco Mondiale dell’UNESCO – e rappresenta oggi l’ottavo punto di monitoraggio dei gas ad effetto serra in Italia e l’unico sito in quota in Sicilia. Le altre sette stazioni italiane sono: Capo Granitola (Trapani), Monte Cimone – CMN (Modena), Monte Curcio – CUR (Cosenza), Osservatorio Climatico Ambientale ECO (Lecce), Lampedusa LMP (Agrigento), Lamezia Terme – LMT (Catanzaro), Plateau Rosa – PRS (Aosta).

L’attività

L’Osservatorio contribuisce inoltre al progetto PULVIRUS, avviato lo scorso anno per studiare il legame fra inquinamento atmosferico e diffusione della pandemia da Covid-19, le interazioni fisico-chimiche-biologiche fra polveri sottili e virus e gli effetti del “lockdown” sull’inquinamento atmosferico e sui gas serra. 

Al progetto partecipano ENEA, Istituto Superiore di Sanità (ISS) e Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA, composto da ISPRA e dalle Agenzie Regionali del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente).

Sin dal 2005, i ricercatori dell’Osservatorio hanno avviato un programma di rilevazioni di dati meteorologici e di campionamento settimanale, che consente di monitorare la concentrazione dei principali gas a effetto serra, quali biossido di carbonio (CO2), metano (CH4), protossido di azoto (N2O) e monossido di carbonio (CO).

L’Osservatorio si è sviluppato nel corso degli anni grazie anche al contributo delle istituzioni territoriali locali, tra cui: Comune di Petralia Sottana, Ente Parco delle Madonie, Corpo Forestale, Dipartimento dello Sviluppo rurale e territoriale della Regione Sicilia e Demanio Forestale regionale.


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