La posizione dell’UE sul clima in vista del vertice COP26

La posizione dell’UE sul clima in vista del vertice COP26

Lo scorso 6 ottobre,  il Consiglio Europeo ha approvato conclusioni che definiscono la posizione dell’UE in vista della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26) di Glasgow. Nelle conclusioni si pone l’accento sull’estrema urgenza di intensificare la risposta globale per far fronte all’emergenza climatica e si sottolinea la necessità di una transizione climatica giusta ed equa in tutto il mondo.

I contenuti

Attualmente il mondo non è avviato a mantenere il riscaldamento globale al di sotto degli 1,5 gradi. Sono necessari sforzi collettivi molto maggiori per mantenere la temperatura del nostro pianeta nei limiti di sicurezza. In occasione della COP26, l’UE inviterà tutte le parti dell’accordo di Parigi a proporre obiettivi nazionali ambiziosi di riduzione delle emissioni e chiederà ai paesi sviluppati di intensificare i finanziamenti internazionali per il clima. Le conclusioni adottate oggi non si limitano a esprimere la volontà all’UE, ma le conferiscono un forte mandato per guidare le discussioni nella direzione giusta. Quella della protezione del pianeta a vantaggio di tutti e della solidarietà con coloro che sono più vulnerabili ai cambiamenti climatici.

Le conclusioni ricordano che l’UE e i suoi Stati membri forniscono il maggiore contributo ai finanziamenti per il clima nel mondo e riaffermano che essi restano determinati ad aumentare la mobilitazione di finanziamenti internazionali per il clima. Invitano gli altri paesi sviluppati ad aumentare i loro contributi, nell’ambito dell’obiettivo sottoscritto collettivamente dai paesi sviluppati di mobilitare congiuntamente 100 miliardi di USD all’anno entro il 2020 fino al 2025.

I dettagli

Si definiscono la posizione dell’UE per quanto riguarda la cooperazione volontaria prevista dall’articolo 6, che stabilisce regole per i mercati internazionali del CO2. Così consentendo ai paesi di scambiare riduzioni delle emissioni. Definiscono inoltre la posizione dell’UE per quanto riguarda scadenze comuni per gli impegni di riduzione delle emissioni inclusi negli NDC di ciascun paese. Il Consiglio esprime, ai fini del raggiungimento di un consenso a Glasgow, la propria preferenza per una scadenza comune di cinque anni per tutti gli NDC delle parti, che sarà applicata dall’UE a decorrere dal 2031 solo nel caso in cui tutte le parti siano tenute a farlo, e che dovrà essere applicata in modo coerente con la normativa europea sul clima.

Infine, costituiscono il mandato generale dell’UE per la riunione. Un mandato più specifico sugli aspetti finanziari è stato adottato per i negoziatori dell’UE sotto forma di conclusioni del Consiglio nella sessione del Consiglio “Economia e finanza” del 5 ottobre 2021.

Contesto

La COP26 mira a riunire i paesi per accelerare l’azione verso il conseguimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi. L’accordo di Parigi è stato adottato nel 2015 in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP21) ed è entrato in vigore il 4 novembre 2016. Ad oggi conta 197 parti e si prefigge due obiettivi principali. Il primo è limitare l’incremento della temperatura media mondiale ben al di sotto di 2° C rispetto ai livelli preindustriali e proseguire l’azione volta a limitare tale incremento a 1,5° C. Il secondo è adattarsi agli inevitabili effetti dei cambiamenti climatici rendendo nel contempo i flussi finanziari coerenti con uno sviluppo resiliente al clima.

La COP26 si prefigge principalmente di incoraggiare le parti a proporre NDC ambiziosi che definiscano i loro obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030, discutere le misure di adattamento, aumentare i finanziamenti per il clima e mettere a punto il codice di Parigi (le norme dettagliate che rendono operativo l’accordo di Parigi).

Perché è importante avere obiettivi climatici omogenei

Nella città scozzese di Glasgow, a novembre, si parlerà di alcuni nodi chiave per rendere davvero operativo l’accordo di Parigi del 2015. Si tratta di temi che vanno sotto l’etichetta un po’ tecnica di Rulebook, cioè il libro delle regole deciso nella capitale francese. Regole che, per alcuni aspetti, devono ancora essere decise nel dettaglio. È il caso delle tempistiche con cui bisogna rinnovare gli obiettivi climatici.

A Glasgow bisogna decidere come rendere omogeneo il processo di cambiamento, che è fondamentale per calcolare con precisione se il mondo è sulla traiettoria giusta per contenere il riscaldamento globale.


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