Mediterraneo: 237 FAD illegali recuperati in due mesi grazie a Operazione SISO di Sea Shepherd Italia

09. Novembre 2021 Ambiente 0
Mediterraneo: 237 FAD illegali recuperati in due mesi grazie a Operazione SISO di Sea Shepherd Italia

Combattere le attività di pesca illegale e liberare il Mediterraneo da più plastica possibile. E’ questo l’obiettivo dell’operazione SISO dell’associazione Sea Shepherd Italia, che quest’anno ha raggiunto un nuovo record: il recupero di 237 FAD illegali (dall’inglese Fishing Aggregative Devices) e le reti spadare che soffocano le acque del Mediterraneo.

FAD sono metodi di pesca illegale formati da un filo di plastica ancorato in fondo al mare che tiene a galla in superficie delle larghe foglie, qui si forma una zona d’ombra sotto la quale si raduna una gran quantità di pesci. I pescatori, con le loro reti a circuizione, pescano tutto ciò che si è rifugiato sotto l’ombra: dai pesci più grandi a quelli più giovani, una strage che non rispetta nessun limite e viene svolta con l’utilizzo di attrezzature illecite. Come se non bastasse il filo di propilene – si legge in un comunicato dell’associazione – è causa di morte per numerose tartarughe, che spesso vi restano impigliate e muoiono per soffocamento o per le ferite che si auto infliggono per liberarsi. Stessa sorte per le creature marine che si scontrano con le reti spadare, veri e propri muri della morte che intrappolano inesorabilmente tartarughe, delfini, capodogli, balenottere e squali nel loro vagare, calate o abbandonate del tutto illegalmente.

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L’operazione SISO

Il successo dell’operazione SISO, che sta cercando di arginare un vero e proprio disastro ambientale, è stato raggiunto anche grazie all’appoggio e il sostegno delle istituzioni che hanno capito l’importanza dell’attività di Sea Shepherd: Ministero dell’Ambiente, Guardia Costiera, Capitanerie di Porto e Guardia di Finanza.

SISO era un giovane Capodoglio morto nel 2017 impigliato in una rete illegale di tipo “spadara” durante il passaggio tra le Isole Eolie. Nonostante gli sforzi per liberarlo, SISO è stato trovato morto dal biologo marino Carmelo Isgrò che ne ha conservato lo scheletro mantenendo la rete che lo ha ucciso e la plastica presente nel suo stomaco, come monito per le generazioni future. SISO era anche il soprannome dell’amico che ha aiutato Carmelo Isgrò nel recupero del capodoglio.

I 237 FAD, alcuni recuperati fin lungo la costa Calabrese, ora non sono più causa di morte” – ha dichiarato recentemente Andrea Morello – presidente di Sea Shepherd Italia – tuttavia siamo di fronte a un allarmante indice di inquinamento del Mar Tirreno, dove anno dopo anno Sea Shepherd Italia supera il record dell’anno precedente per quel che riguarda i dispositivi di plastica recuperati”.

Un mare soffocato dalla plastica e decimato dalla pesca illegale è un mare che muore. “Se gli oceani muoiono, moriamo anche noi” è il monito di Sea Shepherd che non possiamo più permetterci di ignorare.


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