Porre fine alla Pesca illegale: il 5 giugno giornata mondiale

Porre fine alla Pesca illegale: il 5 giugno giornata mondiale

La Giornata internazionale contro la pesca illegale, non riportata e non regolamentata è stata approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU il 5 dicembre 2017. Ciò è avvenuto su proposta della FAO e della Commissione Generale Sulla Pesca per il Mediterraneo (GFCM).  Ogni 5 giugno, in concomitanza con la giornata mondiale dell’ambiente, cresce anche il numero di paesi che procedere a sottoscrivere l’accordo internazionale per pore fine al fenomeno. 

Perché una giornata mondiale

Si stima che questa pratica costi ogni anno fino a 23 miliardi di dollari e che un pesce su cinque sia pescato illegalmente.  Ad oggi 54 paesi e l’Unione Europea hanno sottoscritto l’accordo, e di questi molti hanno già iniziato ad implementarne le disposizioni. 

La data del 5 giugno ricorda l’entrata in vigore nel 2016 dell’Accordo sulle Misure dello Stato di Approdo (Port State Measures Agreement – PSMA), il primo accordo internazionale – legalmente vincolante – che affronta specificamente il problema della pesca illegale non dichiarata e non regolamentata. 

Il PSMA riduce gli incentivi ad operare in modo illegale, bloccando l’accesso delle imbarcazioni ai porti e quindi impedendo loro di scaricare il pesce pescato illegalmente. L’accordo inoltre impedisce alla merce pescata illegalmente di raggiungere i mercati nazionali e internazionali. 

Purtroppo, in tutto il mondo operatori senza scrupoli saccheggiano gli stock ittici e gli oceani. Non sono solo i pesci a pagarne il prezzo, ma anche le persone. Avere oceani vuoti significa un danno economico e sociale molto rilevante. 

Bluefin Tuna in a netted ranch

La lotta alla pesca illegale

Per la prima volta nella storia, l’entrata in vigore di una serie di strumenti internazionali, porta il mondo più vicino alla fine della pesca illegale. 

L’accordo PSMA è complementare ad una serie di altri strumenti, come le Linee Guida Volontarie per la Condotta degli Stati di Bandiera adottate nel 2014, le Linee Guida Volontarie della FAO sulla dDocumentazione del Pescato – introdotte nel 2017 – che offrono una migliore e più armonizzata tracciabilità del pesce lungo tutta la filiera. 

Il Registro Globale delle Imbarcazioni da Pesca, da Trasporto refrigerato e di Rifornimento – del 2014 – è un archivio certificato dagli stati, utilizzato nelle operazioni di pesca che contribuisce al monitoraggio e alla gestione della pesca.

Le Linee Guida Volontarie per la Marcatura dell’Attrezzatura da Pesca – che punta ad eliminare l’attrezzatura abbandonata, persa o scartata – è stato negoziato da gruppi tecnici di lavoro e è in attesa dell’approvazione da parte dei paesi. 

Il danno per i pescatori di piccola scala

Circa il 10 percento della popolazione mondiale dipende direttamente dalla pesca per i propri mezzi di sostentamento, mentre in diversi paesi in via di sviluppo il pesce è il prodotto maggiormente commercializzato. La pesca inoltre fornisce lavoro a giovani e donne. Ma la pesca illegale minaccia gravemente la sostenibilità di questo importante settore socio-economico. 

Infatti, questa modalità di pesca ha effetti pesanti sui mezzi di sussistenza, gli stock ittici e l’ambiente. Inoltre, è connessa con altre attività illegali come il contrabbando, gli abusi e perfino la schiavitù. La stessa minaccia i progressi verso una gestione sostenibile del settore ittico, uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. 

Ci auspichiamo che molto presto si possa giungere ad accordi globali che impediscano per sempre queste pratiche al fine di assicurare un futuro al Pianeta.

Fonte: dati tratti liberamente dal sito della FAO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *