Reti da pesca abbandonate: 3000 metri recuperati in Sicilia

Reti da pesca abbandonate: 3000 metri recuperati in Sicilia

Sono i rifiuti più presenti nei nostri oceani e rappresentano una delle più serie minacce per la salute e la biodiversità marina. Si tratta delle attrezzature da pesca abbandonate che oltre ad inquinare i mari, sono spesso una trappola mortale per molte specie marine che le incontrano. Trascinate dalle correnti, continuano ad imprigionare e a pescare mettendo in pericolo la fauna e la flora marina. Ogni anno circa 100.000 mammiferi marini e un milione di uccelli marini muoiono a causa dell’intrappolamento in reti da pesca fantasma o ingestione dei relativi frammenti. 

L’operazione

La Divisione Subacquea di Marevivo, si legge in un comunicato dell’associazionesi è immersa nelle acque dell’Isola delle Femmine e di San Vito Lo Capo, in Sicilia, per liberarle da due reti, tra cui una rete spadara derivante lunga oltre 2.500 metri

Le reti spadare sono dispositivi molto pericolosi per la fauna marina e per questo dichiarate illegali in Italia dal 2002, ma nonostante questo continuano a essere utilizzate minacciando gli ecosistemi marini. 

L’operazione fa parte del progetto di tutela ambientale Linea Gialla, promosso da Marevivo, che si svilupperà in diverse tappe sul territorio nazionale, ed è stata realizzata con il supporto del Nucleo Subacqueo dei Carabinieri e della Guardia Costiera-Corpo delle Capitanerie di Porto. I biologi marini di Marevivo hanno assistito alle operazioni e fatto un’attività di analisi dello stato della rete che era adagiata su un fondale caratterizzato dalle tipiche biocenosi del coralligeno Mediterraneo. 

Il recupero delle reti abbandonate in Sicilia

Un’emergenza ambientale globale

A terra le nostre spiagge soffrono per la presenza di rifiuti tra cui la plastica e le microplastiche, ma la situazione è peggiore nelle profondità marine. Secondo un rapporto di FAO e Unep (2009), ogni anno in tutto il mondo vengono abbandonate o perse dalle 640.000 alle 800.000 tonnellate di attrezzi da pesca.

Il Great Pacific Garbage Patch, più comunemente noto come “isola di plastica”, è costituito per il 46% da attrezzature e reti da pesca e anche nel Mediterraneo, recenti ricerche condotte in diverse località, indicano che gli attrezzi da pesca possono rappresentare la maggior parte dei rifiuti marini registrati, con cifre che raggiungono anche l’89%.

Per questo dal 2003 la Divisione Subacquea di Marevivo conduce ogni anno operazioni di recupero di reti abbandonate e di bonifica dei fondali in numerose località italiane, recuperando in questi anni oltre 9.000 metri di reti abbandonate.
 


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