Trasporto intermodale e sostenibile per lo sviluppo del Paese: ne parliamo con il Dr. Guido Grimaldi, Presidente di Alis

Trasporto intermodale e sostenibile per lo sviluppo del Paese: ne parliamo con il Dr. Guido Grimaldi, Presidente di Alis

Le Autostrade del mare sono indispensabili per una crescita sostenibile del nostro Paese e sono in grado di aumentare l’attrattività dei porti, rendendo più efficiente il sistema dei trasporti. Seaforchange prosegue il suo approfondimento sulle Autostrade del Mare incontrando il Dr. Guido Grimaldi, Corporate Short Sea Shipping Commercial Director del Gruppo Grimaldi, nonché Presidente dell’associazione ALIS (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile) per parlare del futuro di questo strategico segmento di traffico e degli importanti investimenti del Gruppo per rendere sempre più efficiente e “green” la propria flotta.

Dopo la Eco Valencia, la Eco Barcelona e la Eco Livorno, ad aprile arriva la Eco Savona, un “gigante Green” come è stato definito, che fa parte di una flotta di 12 navi ibride sulle quali il Gruppo Grimaldi sta puntando per dare un forte impulso al trasporto intermodale e sostenibile. Su quali rotte viaggerà e quali sono le prossime consegne e novità 2021 della “eco flotta” targata Grimaldi? 

La Eco Savona, la quarta delle dodici navi Ro-ro Hybrid ECO Grimaldi Green 5th Generation (GG5G), ci è stata consegnata qualche settimana fa in Cina e sarà operativa, dalla seconda metà di aprile, sulla rotta Livorno-Savona-Barcellona-Valencia, affiancando le gemelle Eco Valencia ed Eco Barcelona. 

Con una capacità di 7.800 metri lineari di merci rotabili e 520 trailer, le navi della classe GG5G sono le unità ro/ro più grandi al mondo, e possono trasportare il doppio di quanto trasportato dalle navi più grandi operate dal nostro Gruppo. A parità di consumo e velocità grazie a queste navi garantiamo, quindi, un’efficienza raddoppiata, non solo in termini di carico, ma anche in termini di consumo per tonnellata trasportata. 

Queste navi sono dotate di dispositivi di ultima generazione per l’efficienza energetica e l’abbattimento delle emissioni nocive, un impianto di mega-batterie a litio che permette di raggiungere l’obiettivo di “Zero Emission in Port®”: durante la sosta in banchina, le richieste di energia per le attività di bordo sono soddisfatte con la sola energia elettrica immagazzinata da megabatterie dalla potenza totale di 5 MWh, che si ricaricano durante la navigazione grazie agli shaft generator e a 350 m2 di pannelli solari. Un’altra innovazione è l’impianto di depurazione (scrubber) per l’abbattimento di emissioni di zolfo e particolato, installato a bordo di 94 delle circa 130 navi della flotta.

Nel solo 2021, seguiranno altre due navi gemelle della Eco-Savona, una a maggio, un’altra ad agosto che saranno impiegate, entrambe, su altre rotte di cabotaggio nazionale.

La riduzione delle emissioni di Co2 sta guidando le scelte, gli orientamenti e gli investimenti degli armatori. Su questo obiettivo, è importante continuare a sviluppare la rete delle Autostrade del Mare. Come vede Lei il futuro di questa modalità di trasporto in Italia, a che punto siamo?

Con l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici gli armatori di tutto il mondo si sono impegnati a ridurre del 50% le emissioni entro il 2050: con il nostro investimento nelle GG5G, il Gruppo Grimaldi raggiunge questo obiettivo già nel 2020, quindi con ben trent’anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla regolamentazione, è pertanto una generazione avanti rispetto a tutti gli altri.

Negi ultimi 15 anni il nostro Gruppo è stato uno dei maggiori protagonisti nello sviluppo delle Autostrade del Mare, sia in Italia che nel resto del Mediterraneo. Non solo abbiamo potenziato i collegamenti tra il Continente e le Isole maggiori ma siamo stati anche i pionieri nel cabotaggio nazionale sulle dorsali tirreniche ed adriatiche, per esempio tra Salerno e Genova, oppure tra Ravenna, Brindisi e Catania. 

Il concetto di Autostrade del Mare è saldamente radicato nel nostro Paese da anni. Se si pensa soltanto ai collegamenti tra il Continente e la Sicilia, circa il 50% della merce trasportata utilizza le Autostrade del Mare con molti benefici in termini economici, ambientali e sociali.  Ovviamente, per lo sviluppo di una rete così importante per i collegamenti del nostro Paese non bastano solo le navi: per crescere è necessario lo sviluppo di infrastrutture di terra, portuali e retro portuali, ci vuole sburocratizzazione, snellimento delle procedure amministrative, ci vogliono incentivi agli investimenti dedicati agli attori che contribuiscono attivamente e significativamente allo sviluppo dei traffici e dei porti delle nostre città.

Un ruolo fondamentale per garantire un trasporto a basso impatto ambientale incoraggiando l’intermodalità grazie alle Autostrade del Mare è stato assicurato con misure incentivanti che si sono già rivelate efficaci, come il Marebonus, un contributo a favore del trasporto merci combinato strada-mare, per il quale sarebbe auspicabile prevedere una programmazione a livello strutturale, con un supporto stabile, maggiore e di più lungo periodo. I risultati ottenuti grazie all’impiego di questa misura rischierebbero di essere vanificati se non venisse adeguatamente finanziata, determinando un inevitabile ritorno alla modalità stradale di traffici merci che difficilmente potrebbero essere di nuovo recuperati al trasporto combinato.

La riforma della legislazione dei porti è un tema su cui si discute molto, in che modo, secondo Lei, una migliore governance dei porti potrebbe migliorare lo shipping?

Una migliore governance dei porti genera benefici non solo alle compagnie marittime, ma all’intera comunità portuale. Nei porti in cui operiamo abbiamo spesso riscontrato problemi di utilizzazione degli spazi, talune volte frutto di rendite di posizione di alcuni operatori, e problemi di questo tipo possono ostacolare la crescita dei traffici, sia merci che passeggeri. Abbiamo più volte evidenziato delle criticità nella gestione, ma confidiamo nel senso di responsabilità di Amministrazioni e di Organi competenti affinché si attivino per consentire ai nostri scali italiani di raggiungere il pieno utilizzo delle aree portuali. 

È fondamentale che sia restituita una visione di insieme delle priorità del settore del trasporto e della logistica ed in particolare per il trasporto marittimo: oltre ad una migliore gestione delle aree a disposizione è necessario che siano incoraggiati interventi per l’integrazione del trasporto mare-strada-ferro, per il rinnovamento infrastrutturale e per il potenziamento degli snodi logistici più importanti del nostro Paese, attraverso i quali transita buona parte del nostro export.

Tema importante è ad esempio, quello delle ZES, che rappresentano una grande opportunità per favorire sviluppo ed attrazione di investimenti, come pure per dare impulso alla crescita ed alla coesione territoriale nel nostro paese. Con riguardo ad esempio all’individuazione delle aree geografiche dove istituire le ZES, tale scelta dovrebbe essere compiuta di concerto tra le Istituzioni, le associazioni e le imprese, che già operano sui territori potenzialmente destinatari di tale strumento e pertanto ben conoscono le potenzialità di sviluppo e le problematiche che possono scaturire dall’implementazione delle ZES in posti sbagliati.

Un altro tema di grande attualità è l’utilizzo dei fondi Next Generation EU. A suo parere, in quale modo potrebbero essere utili anche a progetti che riguardano lo sviluppo sostenibile dell’economia del mare? 

Lo strumento Next Generation EU contribuirà certamente alla creazione di un’Europa “post covid” più verde, più digitale, più efficiente. I fondi in arrivo dal Recovery Plan-Next Generation EU sono un’opportunità importante per poter finalmente intervenire sulla semplificazione dei processi, sburocratizzando, per incoraggiare innovazione e sostenibilità, colmare i gap che penalizzano il nostro Paese, puntando alla transizione digitale e green, al potenziamento delle infrastrutture strategiche e, infine, con interventi diretto a sostegno delle imprese. Sono questi i punti su cui dovrebbe far leva il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). 

I provvedimenti inseriti nel Next Generation EU devono essere focalizzati su iniziative volte ad aumentare la capacità del sistema con progetti in grado di generare opportunità di business, valore aggiunto e, soprattutto, occupazione. Oltre ad assicurare una corretta allocazione di fondi comunitari che sono essenziali in un momento così delicato per il nostro Paese e per la nostra economia, è necessario incoraggiare investimenti privati, che devono sommarsi ai contributi pubblici, lavorando sulla semplificazione burocratica per dare un’ulteriore e decisiva spinta allo sviluppo del settore dell’economia blu e green, continuando a perseguire gli standard che l’Italia e l’UE si sono poste in termini di performance ambientali. È necessario sfruttare appieno tutte le opportunità a disposizione, attrarre gli investimenti, usare bene i fondi a disposizione, per accelerare la ripartenza, per favorire la crescita del nostro Paese.

Come vede l’istituzione del “super ministero” della transizione ecologica, e il cambiamento della denominazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili?

L’Associazione ALIS che presiedo, ha posto il tema della sostenibilità al centro della sua agenda sin dalla sua nascita, tant’è che ne è parte integrante del suo acronimo. ALIS, infatti, è l’”Associazione della Logistica e dell’Intermodalità Sostenibile”.

Mi sembra un’ottima idea puntare alla sostenibilità, e darvi centralità in un momento in cui, nel mondo dei trasporti ed in particolare quello marittimo, stiamo vivendo una vera transizione ecologica con una forte spinta verso la decarbonizzazione.

Ci auguriamo che la squadra del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili incoraggi l’implementazione di interventi trasversali e sistemici per il settore dei trasporti e della logistica, a favore della sostenibilità e dell’innovazione, premiando quelle aziende che hanno investito in tecnologie avanzate e green come quelle applicate alle navi costruite da noi, nell’impiego di camion a LNG, a idrogeno e elettrici nel prossimo futuro, in treni di ultima generazione che permettono un trasporto più sostenibile, sicuro ed eco-friendly.

Abbiamo bisogno di un Ministero vicino alle nostre imprese del trasporto, ai nostri imprenditori, ai nostri lavoratori e che ci auguriamo possa contribuire a creare dei campioni nazionali nel nostro comparto, con politiche di sostegno, di defiscalizzazione, di incentivi. Questo paese ne ha bisogno subito, e le aziende, per crescere, hanno bisogno di un sistema in grado di favorirle perché siano in grado di competere in Europa e nel mondo.


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