Clima e ambiente: il G20 di Napoli

Clima e ambiente: il G20 di Napoli

Sono stati due giorni e due notti di intense trattative al G20 sul clima che si è tenuto a Napoli nei giorni scorsi. Ma un accordo completo che tenga conto della necessità di una decarbonizzazione entro il 2025 non è stato raggiunto. La riunione è stata dei ministri dell’energia e dell’ambiente dei paesi più ricchi del mondo. Tuttavia, non ha trovato un accordo sulla decarbonizzazione e sul contenere il cambiamento climatico sotto 1,5 gradi centigradi.

Gli obiettivi del summit

Il documento che è stato siglato alle battute finali del summit converge su un corposo documento articolato in 58 paragrafi.

Secondo quanto riportato nel Comunicato dello stesso G20, mai in un “Comunicato ambiente” del G20 così tanti temi insieme. Sono tre le macro aree tematiche lungo le quali si sviluppa il documento.  

Anzitutto, la biodiversità ovvero la protezione del capitale naturale e il ripristino degli ecosistemi con soluzioni basate sulla natura, difesa e ripristino del suolo. Inoltre, sulla tutela delle risorse idriche, degli oceani e dei mari con attenzione per il marine plastic litter.

Inoltre, l‘uso efficiente delle risorse ed economia circolare. Si tratta di una visione del G20 su economia circolare con focus su tessile e moda sostenibile, città circolari, educazione e formazione. Riconosciuti per la prima volta i risultati del recente rapporto IPBES e IPCC sul nesso tra biodiversità e cambiamento climatico, lanciato lo scorso 10 giugno.

Infine, la finanza sostenibile. Si tratta di un focus sulle esigenze di finanziamento per la protezione ed il ripristino degli ecosistemi, come contributo al dibattito in corso sul futuro del sistema finanziario globale.

Ciò nondimeno mancano i due punti che avrebbero connotato la scommessa della presidenza italiana al G20. Questo in ragione del fatto che erano stati abbinati per la prima volta le tematiche del clima con quelle dell’energia. Il Ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, lo ha definita una carta senza precedenti. Infatti, l’ accordo viene definito «storico» grazie all’approvazione di un documento che mette insieme paesi tra loro molto distanti «su temi divisivi come la transizione energetica e i cambiamenti climatici».

Cosa è successo

Nonostante le trattative,  Cina e India hanno rifiutato di sottoscrivere l’impegno collettivo. Riguardava la necessità di mantenere il riscaldamento climatico al di sotto di 1,5 gradi ed eliminare il carbone come fonte energetica entro il 2025. Questi punti esclusi dall’accordo sul clima, sono fondamentali per limitare l’aumento delle temperature ed evitare le conseguenza disastrose che comporta il riscaldamento globale.

Proprio a questo fine il vertice di Napoli avrebbe dovuto rilanciare e rafforzare gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi del 2015, in vista del vertice delle Nazioni unite sul clima Cop26. L’evento mondiale si clima  si terrà fra 100 giorni a Glasgow nel Regno Unito.

Secondo quanto riportato, i negoziati con Cina, India e Russia sono stati particolarmente difficili. Ciò perché approvare i due punti in questione, avrebbe comportato una messa in discussione troppo drastica del loro modello economico fortemente basato sui combustibili fossili Inoltre, secondo quanto detto da Cingolani, il summit non ha preso alcun nuovo impegno finanziario per sostenere la transizione verso le energie rinnovabili dei paesi in via di sviluppo.

I prossimi passi

Ciò che non è stato condiviso verrà rimesso nelle mani dei capi di governo in sede di G20 a ottobre e alle trattative della conferenza Cop26 sui cambiamenti climatici, che si terrà a novembre. I punti che saranno discussi sono quelli relativi alle modalità  per restare sotto 1,5 gradi di riscaldamento globale al 2030 ed eliminare il carbone dalla produzione energetica al 2025. Usa, Europa, Giappone e Canada sono fortemente favorevoli, ma Cina e India hanno dichiarato che non se la sentivano di dare questa accelerazione. In ogni caso, secondo quanto riferito da Cingolani, “non c’è nessuno dei G20 che abbia messo in dubbio l’Accordo di Parigi tutti hanno detto che vogliono rispettarlo”.

Il riferimento a Parigi è relativo all’impegno per ridurre le emissioni di anidride carbonica del 55% entro il 2030 e a un modello energetico a impatto climatico zero entro il 2050. A questo punto ci auspichiamo che l’evento di Glasgow possa portare risultati e soluzioni alla questione del riscaldamento globale. 


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