L’Agenda “Green” del Governo Draghi: “Vogliamo lasciare un buon pianeta”

L’Agenda “Green” del Governo Draghi: “Vogliamo lasciare un buon pianeta”

Difendere un’opera divina che l’uomo, nel tempo, ha rovinato. E’ uno dei tanti passaggi del discorso di insediamento del Presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, nel giorno del voto di fiducia in cui ha voluto sottolineare come, la tutela dell’ambiente, sia ormai un impegno che tutta la comunità nazionale e internazionale deve prendere nei confronti delle future generazioni, alle quali è necessario “lasciare in eredità un buon pianeta”.  Dichiarazioni accolte positivamente anche dalle principali associazioni ambientaliste Legambiente, Wwf e Greenpeace che il premier Draghi ha recentemente incontrato per condividere gli obiettivi in materia ambientale della nuova squadra di governo.

Promuovere un nuovo umanesimo

Un ecosistema malato, con una buona moneta, non può funzionare, perché il benessere sociale è ormai strettamente legato a quello ambientale. Due obiettivi che possono essere raggiunti da un lato, attraverso una profonda conversione ecologica del sistema produttivo basato sulla ricerca e l’innovazione per contrastare le conseguenze negative dei cambiamenti climatici sull’uomo e sull’ambiente. 

Mentre il superamento della profonda crisi economica, causata dalla pandemia da coronavirus, passa necessariamente attraverso investimenti orientati ad uno sviluppo sostenibile in grado di consegnare, alle generazioni che verranno, un Paese più equo, sano e verde.

«Come ha scritto Papa Francesco, le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. Sappiamo che il riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulla nostra vita e sulla nostra salute – ha detto Draghi – e proteggere il futuro dell’ambiente conciliandolo con il progresso e il benessere sociale richiede un approccio nuovo. Una sfida su cui si svilupperanno tutte le nostre azioni».

Porre fine al capitalismo rapace

Nel corso degli anni il capitalismo ha legato la crescita al solo profitto. Oggi c’è bisogno di un nuovo paradigma che metta al centro l’uomo e l’ambiente, non solo i numeri. La ricetta economica al mutamento climatico, secondo il premier Draghi, dovrà essere una combinazione di politiche strutturali e riforme che agevolino l’innovazione, la digitalizzazione, l’accesso al credito, gli investimenti e la domanda di mercato in primis per le nuove aziende sostenibili. 

Ripresa, resilienza e molte riforme

In questo nuovo modello di sviluppo per l’Italia, il Programma nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dovrà fare della “transizione verde” il pilastro dell’insieme di progetti e riforme da presentare, entro il mese di aprile, per accedere ai fondi Next Generation Eu. Si tratta di un “piano Marshall” di 209 miliardi di euro da spendere in sei anni, dei quali non meno del 37% dovranno essere destinati alla spesa per la transizione “green”. 

In linea con gli obiettivi del 2030 e del 2050 stabiliti dall’Unione europea per raggiungere il traguardo di zero emissioni nette di Co2 e gas climalteranti, “dovranno essere rafforzati gli obiettivi strategici, con particolare riguardo alla produzione di energia rinnovabile, all’inquinamento dell’aria e delle acque, alla rete ferroviaria veloce, alle reti per la distribuzione di energia per i veicoli elettrici e alla produzione e distribuzione di idrogeno». 

L’Italia nel G20

I temi dello sviluppo sostenibile, ha ricordato ancora il Presidente Draghi, saranno centrali anche nei prossimi impegni internazionali che vedono l’Italia alla presidenza del G20. 

«Il nostro Paese avrà la responsabilità di guidare il gruppo fuori dalla pandemia e di rilanciare una crescita verde e sostenibile a beneficio di tutti. Insieme al Regno Unito, con cui condividiamo le presidenze parallele del G7 e del G20, punteremo sulla sostenibilità e sulla transizione ecologica nella prospettiva della prossima conferenza delle parti sul cambiamento climatico, con particolare attenzione alle giovani generazioni, alle quali sarà dedicato l’evento Youth4Climate».


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