Lotta al riscaldamento globale: anche la guerra inquina

Lotta al riscaldamento globale: anche la guerra inquina

Uno dei fenomeni più tragici e orribili che l’essere umano è in grado di compiere è la guerra. Nella storia sono molteplici le volte in cui questo evento – spesso privo di significato – è avvenuto ed ancora oggi avviene. Chi ha vissuto momenti così non potrà mai cancellarli dalla propria memoria. Ma un’altra vittima di questa insensata azione disumana è proprio la Terra. 

Guerra e ambiente

Oltre ai danni che causiamo al nostro pianeta ogni giorno tramite l’inquinamento delle acque per via della plastica o il danneggiamento della biodiversità prettamente per motivi economici, ce ne sono altri causati proprio della guerra. Fare una stima delle conseguenze è praticamente impossibile.

La guerra inquina e contribuisce al riscaldamento globale, che a sua volta provoca il cambiamento climatico. Un cambiamento che, visti gli effetti devastanti che sta creando e che creerà, sarebbe più corretto definire crisi. In questi giorni torna molto attuale vista la nuova crisi in Afghanistan in atto.

L’impronta di carbonio

Era stato già detto in passato che il Dipartimento della Difesa statunitense ha un’impronta di carbonio annuale maggiore rispetto alla maggior parte dei paesi sulla terra. A rilevarlo è uno studio collegato al progetto “Costs of War” della Brown University.

Lo studio analizza come, con una fitta rete di basi e reti logistiche, l’esercito americano è il più grande emettitore di anidride carbonica nel mondo. Infatti, secondo lo studio contribuisce per circa il 5 percento delle emissioni del riscaldamento globale. Le emissioni militari statunitensi per la gran parte provengono dal rifornimento di armi e attrezzature. Inoltre, dall’illuminazione, dal riscaldamento e dal raffreddamento di oltre 560mila edifici in tutto il mondo.

Troppe guerre

Dall’invasione dell’Afghanistan nel 2001, si stima che l’esercito americano abbia emesso 1. 2 miliardi di tonnellate di carbonio nell’atmosfera, mentre, per fare un confronto, l’intera emissione annuale di carbonio del Regno Unito è di circa 360milioni di tonnellate. Oltre a emettere milioni di tonnellate di anidride carbonica durante la guerra, l’impronta militare degli Stati Uniti ha contribuito alla distruzione dell’ambiente afgano.

Il caos ambientale provocato dalla guerra in Iraq è stato poi, secondo gli studi, anche peggiore. Non solo la guerra ha portato a un picco delle emissioni di anidride carbonica attraverso l’attività militare degli Stati Uniti, ma ha anche provocato un avvelenamento diffuso dell’ambiente iracheno attraverso l’uso di munizioni tossiche e gli stessi pozzi di combustione su basi militari che sono stati utilizzati in Afghanistan.

Ma queste guerre sono venute dopo altre devastanti come il Vietnam, la Corea ma anche la Seconda Guerra Mondiale che hanno rilasciato sostanze nocive nell’aria e delle falde acquifere.

Kabul e la sua crisi

Vorremmo soffermarci sulla gravità di quanto accade proprio in un momento in cui gli occhi sono puntati sull’Afghanistan per la crisi umanitaria in atto. Ne abbiamo parlato poco dopo l’inizio della crisi e ci ritorniamo con ulteriori dati.

Si stima che l’inquinamento in Afghanistan potrebbe essere persino più mortale della sua guerra. Non ci sono statistiche ufficiali su quanti afgani muoiano per malattie legate all’inquinamento, ma il gruppo di ricerca State of Global Air ha rilevato che nel 2017 potrebbero essere stati attribuiti oltre 26mila decessi. Kabul è diventata una delle città più inquinate del mondo, classificandosi in cima alla lista tra le altre capitali inquinate come l’India di Nuova Delhi o la Cina di Pechino.

L’inquinamento è imputabile alla guerra che ha distrutto le infrastrutture della città e causato ondate di sfollati. Decenni di guerra hanno aggravato i danni all’ambiente afgano. Inoltre, le questioni ambientali non sono state la priorità per un governo alle prese con problemi di sicurezza di base, corruzione dilagante e un’economia precipitante. Come riportato dall’Associated Press qualche anno fa, i medici dell’ospedale pediatrico Indira Gandhi di Kabul affermano di aver visto aumentare il numero di pazienti con malattie legate all’inquinamento, sebbene non siano stati in grado di fornire cifre esatte. Che dire oggi di fronte alla crisi umanitaria e l’instabilità politica in atto in una zona del mondo già così martoriata?


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