Quando cade una bomba, muore anche l’ambiente

Quando cade una bomba, muore anche l’ambiente

Solo pochi mesi fa i grandi della terra erano seduti intorno a un tavolo, prima a Roma e poi a Glasgow, per trovare un accordo e delle soluzioni per diminuire, nei prossimi 50 anni, le emissioni di CO2 nell’atmosfera e limitare gli effetti del cambiamento climatico.

Oggi ci troviamo di fronte a uno scenario completamente diverso e ancora più grave: la guerra. Le diplomazie di tutto il mondo sono al lavoro per impedire una pericolosa escalation del conflitto tra Russia e Ucraina.

Quando cade una bomba muore la vita

Il conflitto tra i due paesi rappresenta una minaccia gravissima non solo per la vita e la salute della popolazione ucraina, ma anche per la biodiversità, gli ecosistemi e le risorse naturali locali.

Numerosi depositi di gas e di carburante sono già stati bombardati, mentre sono in corso incendi di depositi di sostanze chimiche. I danni alle infrastrutture minacciano la sicurezza delle acque, l’interruzione delle linee elettriche potrebbe causare la fuoriuscita di sostanze tossiche con il rischio che intere aree del paese diventino inabitabili.

Anche l’attacco ai depositi di armi ha di fatto generato la dispersione nell’ambiente di metalli pesanti, polveri sottili e di sostanze tossiche e pericolose.

La minaccia nucleare

Nei giorni scorsi, il bombardamento vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia ha fatto tremare l’intera Unione Europea riportandola indietro nel tempo, cioè ai giorni funesti dell’incidente alla centrale di Chernobyl nel 1986.

Le altre centinaia di insediamenti industriali ucraini sotto attacco in questi giorni, se colpiti sono in grado di causare un’emergenza ambientale ancora più insidiosa della guerra stessa, che metterebbe a rischio le comunità locali e gli ecosistemi, nel breve e lungo periodo.

Emergenza umanitaria e ambientale

L’uomo e l’ambiente sono legati indissolubilmente. La guerra sta determinando il collasso di tutte le politiche di governance ambientale. Le conseguenze si ripercuoteranno sulla saluta pubblica, sulla gestione dei rifiuti e sul controllo delle emissioni di sostanze tossiche chimiche industriali. E nel tempo, anche sulla comunità internazionale.

Oggi la COP 26 sembra così lontana

Con l’avvento delle nuovi armi, l’uomo può distruggersi in poco tempo. Sogniamo, quindi, un mondo senza armi, dove la tecnologia e le risorse economiche vengono utilizzate per curare il nostro pianeta, già sofferente a causa dell’egoismo umano e della sete di potere di pochi, a danno di molti.


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